LIFEJACKET FULL CHECK UP!
Dopo aver ampiamente analizzato il tema “lifejacket in generale” con un articolo ad hoc nella sezione dedicata agli “attrezzi del mestiere”, non potevamo esimerci da una attenta e quanto mai doverosa analisi circa la delicata, importantissima e spesso trascurata manutenzione del nostro strumento salvavita. Analizzeremo per l’appunto il modello autogonfiabile, essendo quello “statico” privo di specifiche cure e manutenzione. E’ proprio l’autogonfiabile il più usato da noi “ciambellonari”essendo ,caratteristica peculiare, estremamente leggero e poco ingombrante. Il cuore del nostro giubbotto salvavita autogonfiabile è costituito dalla Valvola.
Tre infatti sono le tipologie di valvole che comandano il gonfiaggio automatico del nostro lifejacket:

 
  • 1) valvola a sale;
  • 2) valvola a carta;
  • 3) valvola idrostatica.
La valvola a sale è la più diffusa e il suo principio di funzionamento è veramente semplice: la pastiglia di sale a contatto con l’acqua si scioglie attivando un meccanismo a molla che va a perforare attraverso un minuscolo stantuffo la pellicola della bomboletta di Co2 con il successivo gonfiaggio della camera d’aria. La valvola a carta, invece, è costituita da una membrana di cellulosa che bagnandosi si dilata attivando il meccanismo di apertura. La valvola idrostatica, infine, si attiva per la pressione che aumenta quando il giubbotto viene immerso nell’elemento liquido.
 
Tutte e tre le valvole sono sempre ubicate nella parte più bassa del giubbotto, quella che si presume arrivi per prima a contatto con l’acqua.
Spesso questa ultima caratteristica strutturale può creare non pochi problemi in caso di Float tube con un profilo di seduta molto basso o quasi “in immersione” (per esempio negli u-shape o round type testati per 250 lbs). Fermo restando che consigliamo sempre di tenere il sistema
automatico (ove previsto) inserito (un malore improvviso può rendere problematico anche l’attivazione manuale “a strappo”) sarebbe buona norma disattivare il sistema automatico di gonfiaggio ove il lifejacket indossato dovesse toccare o persino sfiorare l’acqua.
In questo modo si eviterà l’improvviso e spesso pericoloso gonfiaggio automatico che potrebbe creare non pochi problemi di stabilità nella seduta sul float tube. Chiusa la parentesi “valvole”, elenchiamo qui di seguito i passaggi fondamentali per uno scrupoloso controllo e messa a punto del nostro salvavita. All’inizio della “stagione piscatoria” verificate sempre che:

1) La membrana della bomboletta di anidride carbonica sia integra e che la bomboletta non presenti segni di ruggine. IBBF-TEAM consiglia di sostituirla ogni anno considerato i prezzi popolari della stessa (15-20€ circa a seconda della marca e modello);

2) La perfetta integrità e tenuta della camera d’aria. Consigliamo di gonfiarla con una pompa a pedale o con un mini compressore da 250PSI di pressione (circa 15 litri di aria al minuto). Evitate di gonfiarlo a fiato in quanto il vapore acqueo favorisce la formazione al suo interno di muffa. Lasciatelo gonfio per almeno mezza giornata, verificando quindi se ci sono state eventuali perdite;

 
 

3) La sicura per l’attivazione manuale (a strappo) sia integra. Essa è assai delicata e se nella eventualità dovesse rompersi, sostituitela senza indugio.

4) Un punto estremamente importante è quello relativo alla ripiegatura. Deve essere eseguita con scrupolo e attenzione per garantire sempre la massima affidabilità del sistema.

5) Che la pastiglia, sia essa di sale o di carta sia in perfetto stato, non intoccata quindi dalla umidità. Le valvole hanno un indicatore che è verde quando sono utilizzabili e rosso quando sono già state utilizzate.

Non ci resta che augurarvi….

 
 
GOOD FLOAT TUBING!