UN SABATO DI FUOCO!!!
     

Erano trascorsi solamente cinque minuti ed il sole ci stava già fondendo il cervello!!!In quel torrido pomeriggio io ed il mio inseparabile amico Piero,eravamo in acqua seduti sul nostro ciambellone, proprio come veri bass-anglers in asseto di “guerra”,con tanto di occhiali polarizzanti, cappellino e maglietta mimetica. L’attrezzatura comprendeva due canne ciascuno,delle quali una da spinning e l’altra da casting della lunghezza di 6”, ed entrambi i mulinelli caricati con Berkley Fireline da 10 lbs.Avvolti dal silenzio ovattato ci godevamo lo spettacolo: intorno a noi,una moltitudine di forme e colori
illuminava i nostri occhi;le acacie fiorite, a poco a poco scaricavano petali bianchi,che tempestavano la verde superficie del lago.
Dopo circa due ore di lanci andati a vuoto,finalmente cominciammo ad avvertire le prime”tocche”alle nostre esche di gomma;in lontananza si udivano fragorose cacciate in superficie!Ad ingannare il primo boccalone era stato Piero,proprio grazie alla sua mente ingegnosa,con la personale tecnica della “salamandra distratta”,lanciando l’imitazione direttamente sul tronco di un albero semi sommerso,facendola balzellare lungo il suo fusto con alcuni nervosi colpettini di canna,per poi farla cadere incautamente dentro l’acqua. Dopo le foto di rito,il modesto esemplare tornò libero nel suo ambiente. Ovviamente ci rendemmo conto di avere creato troppa confusione in quella zona,quindi decidemmo di spostarci pinneggiando lentamente verso un’ansa più tranquilla.Ad un certo punto ci trovammo di fronte ad un labirinto di vegetazione,proprio qui il mio curly tail da 7” corpo nero e coda blu,la fece da padrone!!!L’artificiale innescato antialga,mi permetteva lanci e recuperi all’interno degli angoli più intricati e una serie di catture di taglia media animarono la difficile battuta di pesca.
Il sole ormai prossimo all’orizzonte,ci sussurrò di giocare le nostre ultime carte nella parte più interessante del lago:praticamente quella inaccessibile per chi pesca da riva. Vista la scarsa luminosità,decisi di sostituire lo scuro vermone con un bel grub bianco da 5” della Kalin’s, montato su amo Owner di misura 1/0,rigorosamente texas rig e con assenza di zavorra.
Mentre mi stavo avvicinando ad un’interessante hot spot Piero gridò:
“Eccolo l’ho preso,questo è discreto”!Il bass di circa 800gr saltava come un canguro!L’aveva stuzzicato con il Dyng Flutter della Heddon in superficie, ma l’assatanato pinnuto riuscì però a liberarsi dopo pochi secondi.
Il mio socio un po’ sconsolato cominciò a riporre le “armi”,io nel frattempo ne approfittai per effettuare gli ultimi lanci. Nell’aria c’era qualcosa di strano,forse un presentimento,l’intuito mi suggerì di sfruttare al meglio quel ciuffettino di canne che avevo proprio di fronte a me;proiettai l’esca all’interno di esso,facendola rimbalzare tra i fuscelli per ammortizzare la caduta in acqua.Non appena il grub cominciò la sua discesa ondeggiando lentamente verso il fondo,lo vidi sparire dietro una sagoma scura.Il filo in tensione ed il peso sulla canna non mi lasciarono alcun dubbio!Aveva abboccato qualcosa di veramente grosso!Lasciai andare un po’ di filo accompagnandolo con la canna,attesi tre secondi con il fiato sospeso e completati l’opera ferrando. Inizialmente mi sembrò di avere allamato un sacco di cemento,ma subito dopo si scatenò l’inferno!La mia potente mopezzo si trasformò in un “frustino”per alborelle!!!I forti strattoni del pesce facevano gracidare la frizione all’impazzata,quella furia della natura non mi dava tregua,ogni volta che riuscivo ad avvicinarlo mi ripartiva come un missile verso la vegetazione. Le ultime sfuriate furono le più tremende,in un attimo mi fece il giro del ciambellone e con quattro scodate in superficie mi lavò completamente il viso. Il grosso bass del peso stimato di 2,5 kg era ormai allo stremo delle forze e lentamente si lasciò afferrare alla mascella inferiore.Con il cuore in gola e le lacrime agli occhi alzai lo splendido pesce verso il cielo, dopodichè lo appoggiai sulle mie ginocchia per ammirare la sua stupenda livrea di colore verde oliva.
Piero impietrito ed emozionato quanto me, scattò la foto di rito e dopo una delicata riossigenazione lo accarezzai sotto la pancia e gli chiesi scusa per il disturbo. Piano piano.. sempre un po’stordito.. ritornò nel suo regno;noi invece ci avvicinammo verso riva cercando di ritornare con la mente alla realtà, speranzosi di poter rivivere quel bellissimo sabato!!!

     
  Cristian Concordi  
   
Philosophy
   
   

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