PREDATORI  PERFETTI II
     

Non è assolutamente "la vendetta" o "il ritorno"come si potrebbe facilmente intuire,bensì il naturale prosieguo del racconto precedente nel quale avevamo lasciato un uomo sospeso tra acqua ed aria alla continua ricerca dello spirito selvaggio celato al suo interno.
Quello spirito selvaggio era sempre stato dentro quel ragazzo,fin dalla nascita,era cresciuto ed aumentato sempre più nel corso degli anni. Non era mai diminuito e seguiva passo passo la crescita fisica e mentale del
nostro pescatore.Egli si appassionò presto alla pesca e apprese i rudimenti dello spinning esercitandosi e perfezionandosi da terra,ma in breve tempo anche quel mondo divenne troppo stretto e angusto per lui.Già proprio la terra,che l'aveva visto crescere e migliorare,che gli aveva dato la passione per la natura e le sue creature,che gli aveva insegnato i ritmi e le leggi che la governano,era divenuta la sua gabbia.Era stata madre ed amica allo stesso tempo ma ormai non poteva più donargli altro;erano state tante le gioie e le esperienze che egli aveva vissuto con i piedi a terra,mentre trascorreva le sue giornate di pesca.Mille albe e mille tramonti lo avevano visto sulla riva del lago con la sua fedele canna,con l'occhio vigile a scrutare le acque,sempre pronto a carpire ogni suggerimento.Ora però le cose erano cambiate ed era giunto il tempo di raggiungere quei luoghi lontani che non era mai riuscito a toccare.Quel ragazzo era profondamente legato al suolo terreno ma quell'elemento non poteva offrirgli quello che il suo istinto chiedeva,non gli permetteva di esprimersi come avrebbe voluto e lo confinava in uno spazio che non avrebbe mai e poi mai potuto fermare il suo spirito.
Calatosi in acqua con uno strano mezzo galleggiante,e superato l'iniziale senso d'impaccio,il pescatore ebbe finalmente ciò che aveva sempre inseguito:la libertà di movimento.Sapeva benissimo che a breve sarebbe tornato a posare i suoi piedi sull'amato suolo,e in fondo un po'ne sentiva la nostalgia;avvertiva la mancanza di quel piacevole senso di protezione materna,ma questo non era il tempo di nostalgie e rimpianti e voleva assaporare al massimo ogni istante di quella nuova dimensione.
Ora quelle rive,quegli alberi,quei canneti,non erano più le sbarre della sua gabbia,anzi si tramutarono in perfetti alleati per la sua affannosa ma piacevole ricerca.Finalmente poteva perlustrare ogni angolo inviolato del lago e "stanare" il suo eterno e valoroso rivale.Scese il tramonto e sul tranquillo specchio del lago un accanito pescatore cacciava senza sosta la sua preda,
consapevole che quelle fossero le ore migliori per tentare la cattura e che doveva concentrare tutte le sue forze in quel breve lasso di tempo.
Dopo un'attenta ricerca lo incontrò proprio dove se lo aspettava,e proprio in uno di quegli angoli nascosti che non era mai riuscito a raggiungere da riva.Lo inganno con facilità,all'interno della sua tana,nella quale il pesce si sentiva al sicuro e al riparo da ogni insidia.Dopo un'intensa lotta che ha il sapore di antico,il pescatore lo afferrò per il labbro inferiore,spalancandogli la grossa bocca,e lo alzò in aria con fierezza.
Gli estrasse l'amo con delicatezza e fissandolo nei piccoli occhi neri si sentì orgoglioso di aver vinto le sue paure e di aver sconfitto quell'indomito avversario.Il suo animo era pienamente appagato e questo superbo predatore meritava la libertà,…non ci sarebbe stata gioia nel trattenerlo,si era battuto con coraggio e aveva donato grandi emozioni all'animo del pescatore.
Egli lo ripose nel suo elemento e con le mani lo spinse avanti e indietro per riossigenarlo.Quando lo vide riprendersi,agitando le pinne e muovendo le branchie,aprì le mani e lo lascio libero.Lentamente il pesce nuotò verso il fondo,quasi volesse farsi osservare dal suo vincitore per un'ultima volta prima di dargli l'addio,poi scomparve nelle limpide acque del suo misterioso regno.
Il pescatore dall'alto del suo mezzo gonfiabile vide con nostalgia quella poderosa creatura allontanarsi da lui e provò un forte senso di beatitudine poiché era consapevole di avere fatto la cosa giusta,…la vera forza non si dimostra con i trofei,…e forte è colui che dona la vita,non chi la toglie.
Oggi aveva vinto l'uomo ma giustamente non sarebbe sempre andata a finire così;in futuro la natura si sarebbe "vendicata" e presa la spettata rivincita.In quel modo avrebbe ristabilito quella millenaria gerarchia nella quale l'uomo sarebbe dovuto esserne un suo umile subordinato.
Scese la notte ed era tempo di tornare a terra,il ritorno era vicino,poche pinnate e sarebbe uscito da quello strano mondo acquatico in cui era stato immerso a metà per qualche ora.Quando posò i propri piedi sulla riva si voltò verso il lago con un grande sorriso sul volto e pensò che presto avrebbe fatto ritorno tra quelle acque che lo avevano accolto e cullato con tanta amorevolezza.
Sicuramente d'ora in avanti la maggior parte delle sue battute di pesca le avrebbe svolte con quello strano mezzo,ma ciò che la terra gli aveva insegnato non se lo sarebbe mai dimenticato....

     
  Riccardo Moretti  
   
     
   
Philosophy

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