Non
è assolutamente "la vendetta" o "il
ritorno"come si potrebbe facilmente intuire,bensì
il naturale prosieguo del racconto precedente nel quale avevamo
lasciato un uomo sospeso tra acqua ed aria alla continua ricerca
dello spirito selvaggio celato al suo interno.
Quello spirito selvaggio era sempre stato dentro quel ragazzo,fin
dalla nascita,era cresciuto ed aumentato sempre più
nel corso degli anni. Non era mai diminuito e seguiva passo
passo la crescita fisica e mentale del
nostro pescatore.Egli si appassionò presto alla pesca
e apprese i rudimenti dello spinning esercitandosi e perfezionandosi
da terra,ma in breve tempo anche quel mondo divenne troppo
stretto e angusto per lui.Già proprio la terra,che
l'aveva visto crescere e migliorare,che gli aveva dato la
passione per la natura e le sue creature,che gli aveva insegnato
i ritmi e le leggi che la governano,era divenuta la sua gabbia.Era
stata madre ed amica allo stesso tempo ma ormai non poteva
più donargli altro;erano state tante le gioie e le
esperienze che egli aveva vissuto con i piedi a terra,mentre
trascorreva le sue giornate di pesca.Mille albe e mille tramonti
lo avevano visto sulla riva del lago con la sua fedele canna,con
l'occhio vigile a scrutare le acque,sempre pronto a carpire
ogni suggerimento.Ora però le cose erano cambiate ed
era giunto il tempo di raggiungere quei luoghi lontani che
non era mai riuscito a toccare.Quel ragazzo era profondamente
legato al suolo terreno ma quell'elemento non poteva offrirgli
quello che il suo istinto chiedeva,non gli permetteva di esprimersi
come avrebbe voluto e lo confinava in uno spazio che non avrebbe
mai e poi mai potuto fermare il suo spirito.
Calatosi in acqua con uno strano mezzo galleggiante,e superato
l'iniziale senso d'impaccio,il pescatore ebbe finalmente ciò
che aveva sempre inseguito:la libertà di movimento.Sapeva
benissimo che a breve sarebbe tornato a posare i suoi piedi
sull'amato suolo,e in fondo un po'ne sentiva la nostalgia;avvertiva
la mancanza di quel piacevole senso di protezione materna,ma
questo non era il tempo di nostalgie e rimpianti e voleva
assaporare al massimo ogni istante di quella nuova dimensione.
Ora quelle rive,quegli alberi,quei canneti,non erano più
le sbarre della sua gabbia,anzi si tramutarono in perfetti
alleati per la sua affannosa ma piacevole ricerca.Finalmente
poteva perlustrare ogni angolo inviolato del lago e "stanare"
il suo eterno e valoroso rivale.Scese il tramonto e sul tranquillo
specchio del lago un accanito pescatore cacciava senza sosta
la sua preda,
consapevole che quelle fossero le ore migliori per tentare
la cattura e che doveva concentrare tutte le sue forze in
quel breve lasso di tempo.
Dopo un'attenta ricerca lo incontrò proprio dove se
lo aspettava,e proprio in uno di quegli angoli nascosti che
non era mai riuscito a raggiungere da riva.Lo inganno con
facilità,all'interno della sua tana,nella quale il
pesce si sentiva al sicuro e al riparo da ogni insidia.Dopo
un'intensa lotta che ha il sapore di antico,il pescatore lo
afferrò per il labbro inferiore,spalancandogli la grossa
bocca,e lo alzò in aria con fierezza.
Gli estrasse l'amo con delicatezza e fissandolo nei piccoli
occhi neri si sentì orgoglioso di aver vinto le sue
paure e di aver sconfitto quell'indomito avversario.Il suo
animo era pienamente appagato e questo superbo predatore meritava
la libertà,…non ci sarebbe stata gioia nel trattenerlo,si
era battuto con coraggio e aveva donato grandi emozioni all'animo
del pescatore.
Egli lo ripose nel suo elemento e con le mani lo spinse avanti
e indietro per riossigenarlo.Quando lo vide riprendersi,agitando
le pinne e muovendo le branchie,aprì le mani e lo lascio
libero.Lentamente il pesce nuotò verso il fondo,quasi
volesse farsi osservare dal suo vincitore per un'ultima volta
prima di dargli l'addio,poi scomparve nelle limpide acque
del suo misterioso regno.
Il pescatore dall'alto del suo mezzo gonfiabile vide con nostalgia
quella poderosa creatura allontanarsi da lui e provò
un forte senso di beatitudine poiché era consapevole
di avere fatto la cosa giusta,…la vera forza non si dimostra
con i trofei,…e forte è colui che dona la vita,non
chi la toglie.
Oggi aveva vinto l'uomo ma giustamente non sarebbe sempre
andata a finire così;in futuro la natura si sarebbe
"vendicata" e presa la spettata rivincita.In quel
modo avrebbe ristabilito quella millenaria gerarchia nella
quale l'uomo sarebbe dovuto esserne un suo umile subordinato.
Scese la notte ed era tempo di tornare a terra,il ritorno
era vicino,poche pinnate e sarebbe uscito da quello strano
mondo acquatico in cui era stato immerso a metà per
qualche ora.Quando posò i propri piedi sulla riva si
voltò verso il lago con un grande sorriso sul volto
e pensò che presto avrebbe fatto ritorno tra quelle
acque che lo avevano accolto e cullato con tanta amorevolezza.
Sicuramente d'ora in avanti la maggior parte delle sue battute
di pesca le avrebbe svolte con quello strano mezzo,ma ciò
che la terra gli aveva insegnato non se lo sarebbe mai dimenticato.... |